
Pur essendone praticamente sprovvista, proprio grazie ai salumi ho imparato un'altra lezione di civiltà qui in Inghilterra.
Ovviamente al solito prezzo: un'altra bella figurina.
Centro conference di Ashridge, ora di pranzo, tutti in fila ordinata al buffet. Tranne uno, io per l'appunto. Chi altro?
Mi aggiro per la sala ridendo.
In mano ho il telefonino e sono intento a fotografare, scompassando così la fila, un misero piatto di prosciutto cotto.
Ho trovato veramente irresistibile il cartellino accanto al vassoio: "conteins pork"!
È prosciutto, come potrebbe essere altrimenti?
Quanto ho riso.
Si, perché qui sono fissati con i cartelli, con i messaggi.
Ti mandano una mail per avvisarti delle cose più inutili. Attaccano messaggi ai muri per dirti del niente.
Quanto ho riso, il prosciutto che contiene maiale. AH AH AH AH.
Perché non scrivere accanto al pane che contiene farina? E nel formaggio? Si, scriviamo subito che contiene latte. E nel vino? Dai non possiamo non precisare che contiene uva.
Ho riso, ma quanto ho riso. Veramente tanto.
Poi ho smesso tutto insieme: ho capito, come in una business school internazionale è facile poter ospitare persone che, il prosciutto cotto, non lo abbiano mai visto, ma che potrebbero seguire una religione per cui non è opportuno mangiarlo.
D’altronde anche noi abbiamo la piena consapevolezza di come il maiale sia importante per alcuni nostri ospiti: abbiamo al governo chi li porta al pascolo dove potrebbe sorgere una moschea.
Sto giro mi sono vergognato veramente e non per le foto!
M.
PS però loro se la sognano la nostra "mortazza"