Avvertenze

Non sono alla ricerca di rendere visibile questo spazio. Non m'interessa e scrivo quindi di conseguenza.
Lo sai da subito.
Viaggio moltissimo e qui appunto, quando ho voglia, quello che mi fa riflettere e mi tiene occupato oltre al lavoro durante i tanti spostamenti: libri, musica, cibo, posti da vedere, fantasie e riflessioni in generale. Sono queste, per ora, le aree principali dei post.


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sabato 13 aprile 2013

Alla fine - acqua (post macabro/malinconico/drammatico/romantico/riflessivo)

Alla fine dal lato giusto.
Alla fine non piove.
Alla fine vedo Sydney con il sole.
Alla fine, del viaggio.
Alla fine mi accorgo che quello è un cimitero.
Alla fine è un bel posto.
Alla fine. Appunto.

M.

lunedì 1 aprile 2013

Schiscetta coreana!

Ottimale per la Pasquetta fuori porta.
Rifoccillato con la mia razione k, vado a farmi un giro.

M.

giovedì 31 maggio 2012

il coraggio

Penso a quanto successo a pochi chilometri da qui, in Emilia, oppure in Puglia.

Sono mille le circostanze che mi vengono in mente, in cui il coraggio è l'unico motore per andare avanti.

Davanti agli occhi mi rimane, però il coraggio di Valenzia: vivere nel futuro.
Mi convinco sempre di più, di come lo spessore di una società si misuri anche con la sua capacità di lasciare una traccia positiva.

Da romano, seppur ormai emigrato da tanto, troppo tempo, mi sento sempre più in imbarazzo per l'incapacità di Roma di progredire: viviamo di un'eredità arrivata da ormai tanto tempo, che teniamo li, ma che non abbiamo saputo investire.

Peccato. Veramente.

M.

lunedì 27 febbraio 2012

I Kyoto: storia di una pedalata tecnologica!

Obiettivo ambizioso: assorbire il più possibile di questa città meravigliosa; senza sosta, senza spendere anche oggi una fortuna in taxi e rientrando in orario.

Già, non posso perdere il treno per Tokyo: shinkansen delle 17.42.

La soluzione mi viene in mente vedendo la pubblicità di un viaggio ad Amsterdam: affitterò una bicicletta!

Kyoto è relativamente semplice: tutte vie perpendicolari. Certo, la lingua non aiuta, ma credo si possa fare.
Per essere più tranquillo mi aiuterò con l'ipad.

Scarico la cartina e noleggio un hot spot per essere sempre on line: avrò in tempo reale sia le indicazioni su cosa ci sia da vedere lungo il mio tragitto, sia e soprattutto la visuale immediata del mio percorso.

Si può fare!

Superato l'ostacolo linguistico, Tikamono san, il congierce dell'albergo, si da da fare.
Per quanto deluso dal mio rifiuto di accettare il giro in risciò, una macchina o uno scooter a noleggio, oppure un autista certificato anche come guida turistica: mi trova una bicicletta.

Una bella mountain bike.

É molto soddisfatto dell'impresa, lo vedo nei suoi occhi fieri: brillano.
Ma non per molto. Capisce infatti, che ho qualcos'altro da chiedere.
Ha ragione. A me non serve una modaiola mountain bike: la bici per me deve avere il cestino.

Andiamo avanti quei buoni dieci minuti e finalmente siamo certi di esserci capiti: mi disegna la bici, il cestino e ci mette dentro l'ipad.

Ha capito: ho bisogno di guardare la cartina elettronica, perchè a parte le vie principali, le altre sono indicate ovunque in giapponese e tempo dieci minuti sarei perso.

Anche se un po' dubbioso mi conferma il tutto.

Vado a dormire soddisfatto.

L'indomani inizia nel migliore dei modi: non piove, ottima colazione e soprattutto nel parcheggio dell'albergo mi aspetta una bellissima bici con cestino.
D'accordo, fa molto nonna papera, ma in fin dei conti: che me ne faccio di una mountain bike?
A me serve il cestino per metterci dentro l'ipad!

Sembrerò anche un'arzilla vecchietta mentre va a fare la spesa, ma ho un sistema di navigazione satellitare che non ha nulla da invidiare ad una Bentley.

"Te pare" poco? A me no. A Kyoto "me pare" fondamentale.

Così, mi avvio contentissimo verso Fushimi Inari Shrine, la serie di porte rosse diventate ancora più famose con il romanzo e film "memorie di una geisha". Sei chilometri verso sud.

Sono di ottimo umore. La mia dotazione tecnologica funziona al meglio e la città é meravigliosa.
Che bell'idea ho avuto, un cestino portapane e via: ho un sistema di navigazione efficiente.
Pedalo soddisfatto, non mi sfugge nessuna attrazione, anche le minori sono segnalate in tempo.

Fantastica la cartografia di google. Non sfugge un dettaglio, tutto sotto controllo, manca poco all'arrivo........OMMIODIOOO!

Sulla via di Fushimi, nella zona dei tempi buddisti a sud ovest di Kyoto, ho svelato il mistero, l'arcano. Il motivo di tanta insistenza della sera prima.

In una delle zone più sacre per il buddismo e lo scintoismo, io ho avuto il numero maggiore di visioni mariane dell'era moderna, raggiungendo il top mistico quando ha iniziato anche a nevicare.

Ecco la spiegazione del comportamento inusuale per un giapponese come Tikamono san.
Certo che metteva in dubbio la mia scelta di rinunciare alla mountain bike: porca miseria Kyoto ha più montagne di Canazei!

Altro che salite: muri! Appena lasciata la zona più centrale sono ovunque, ma indicazioni sulla mappa zero. Niente. Nothing. Nada. Niet. 何も!
Unico dettaglio mancante alla mia meravigliosa dotazione cartografico-tecnologico-ciclistica.

Dettaglio?

Avrei rinunciato volentieri all'indicazione di un dojo, di uno shrine, di una pizzeria, sushi bar o altra fantastica nota dei compagni on line, per la semplice indicazione: ALTA MONTAGNA, dotatevi di ossigeno.

Sono morto, ma almeno non mi sono perso!
Beh, più o meno, ma questa é un'altra storia.

M.(scalatore mode)

venerdì 17 giugno 2011

Una cosa MICAMALE che non farò mai più

Al.......a ed Ar....o sanno andare per mare.
Lo capisci immediatamente. Appena li vedi.

Il Taxi mi ha lasciato all'ingresso della marina di Point a Pitre.

Nonostante la stanchezza, la sacca in spalla non mi ha dato problemi: la voglia di risalire in barca mi avrebbe fatto superare qualsiasi fatica, anche il fastidio che l'umidità pazzesca di quella sera mi ha dato alla cicatrice.

Con questo stato d'animo li ho incontrati.
Con questo stato d'animo sono risalito a bordo: dall'altra parte del mondo per imparare.

E qualcosa ho imparato, accidenti se ho imparato.

Una lezione su tutte: saper andar per mare non mi basta.
La barca è una sfida con la natura, con gli altri e con se stessi.
La barca sta smussando il mio caratteraccio, e quell'esperienza mi ha dato chiaramente un modello di riferimento: io non voglio essere come i miei ospiti doppia A. Mai.

Il mare deve unire. Chi cerca un qualsiasi pretesto per discutere, polemizzare, entrare in competizione, dovrebbe fare altro, oppure, quantonemo evitare di prendere persone a bordo.

Ma tant'è. E così è stato: utile a mettere la mia notoriamente scarsissima pazienza a dura, durissima prova. Fortunatamente superata.

Così alla fine, l'esperienza è stata veramente MICA MALE, ma oggi ripensandoci mi viene in mente il libro fantastico di David Foster Wallace e con serenità dico: una cosa mica male (charter) che non farò mai più!

M.


PS

un post di servizio per riprendere in mano la tastiera, la cui vera utilità è segnalare la lettura di: "Una Cosa Divertente Che Non Farò Mai Più" . Seppur da crociera, sempre di barca si parla. Geniale



Immagini dal WEB

lunedì 24 maggio 2010

SosTATE!


sabato 22 maggio 2010

Caccia all'elefante!


Vediamo quanti ne catturo oggi!

M.

Immagina tratta dal sito della parade

domenica 18 aprile 2010

Prigioniero!

Si, sono prigioniero su un’isola a non so quanti chilometri da casa.

Tre giorni di reclusione forzata a causa del fumo in Europa: che beffa per un’estremista dell’antitabagismo.

Certo, qui tutto è molto bello, ma proprio per questo la mia libertà è maggiormente offesa: lasciare un posto incantevole è contro natura e richiede un grandissimo sforzo, possibile solamente se si è costretti oppure se si esercita, appieno, la propria libertà.

Appunto, io vorrei proprio oggi, esercitare questa libertà.
Vorrei essere libero di rientrare e tornare alla mia vita normale.

C’è un tempo per tutto: per le vacanze, per la barca e per la propria normalità.

Io ho voglia di rimettermi le scarpe, la giacca, il cappello e addirittura tornare al lavoro.

Ecco, io tutto questo non posso farlo: sono nel paradiso terrestre, ma prigioniero.
Prigioniero di un posto e di mille pensieri.

M.

Immagine dal web

venerdì 16 aprile 2010

Rain forest: molto rain!

Sono le tre del pomeriggio. Il caldo è di quelli che ti appicciano la maglietta addosso: insopportabile.

Sono stipato in un mini van.

Destinazione Trafalgar falls.

Tutti mi guardano.

Da queste parti non è normale che un bianco prenda un autobus locale, per quanto non ci sia motivo per non farlo.

Iniziamo ad arrampicarci per l'entroterra. Saliamo su strade che tagliano la foresta. Non guardo mai giù: voglio continuare a godermi lo spettacolo e l'unico modo per farlo è per me non pensare agli strapiombi che accarezziamo ad ogni curva. Maledette vertigini.

A tempo di reggea tutti i passeggeri, più o meno a turno, iniziano a farmi alcune domande.

Sono molto curiosi del perchè non abbia preso uno dei pullman turistici: sono comodi, hanno l'aria condizionata e fanno le strade più agevoli.

Non riescono a capire come proprio per questi motivi sia li con loro e non con un bel gruppo di americani appena scesi da una nave da crociera.

Sembrano delusi da questa scelta.
Per l'aria condizionata credo di essere d'accordo con loro.

M.

mercoledì 6 gennaio 2010

Un po' come a Stoccolma

Finalmente sono a casa. Sensazione strana: malinconia ed entusiasmo.
Entusiasmo per essere tornato. Tutto qui.

Ma la malinconia? Perché? Non me l'aspettavo affatto.
Non pensavo mi sarebbe dispiaciuto tornare a casa, che avrei sentito la mancanza dei luoghi che mi hanno ospitato per quasi un mese e che mi sarebbero mancati così evidentemente i miei compagni di avventura: é proprio vero, la bellezza di molti luoghi è negli occhi di chi li guarda.

Quest’ultimo viaggio mi ha dato incredibilmente molto, ma temo che troverò difficoltà a convincere chiunque a ripercorrerlo.

M.

domenica 8 febbraio 2009

ariCORDATEvelo




Si ricomincia: avanti e indietro con l'Inghilterra.

Il 2009 ha portato però, alcune novità: si vola con la nuova compagnia di bandiera.
A dire il vero al momento non si percepiscono grandi differenze.

Anzi.

Volo AZ202: Roma Londra. Aeromobile sporco e datato.

Siamo a bordo in attesa di lasciare l'area del parcheggio.
Arriva l'annuncio:

...siete pregati di allacciare le cinture, verificare la chiusura del tavolinetto posto davanti a voi. Il comandante informa, inoltre, che da questo momento è vietato l'uso di telefoni cellulari e di ogni apparecchio elettronico. Si prega di verificarne l'avvenuto spegnimento.

Gli altoparlanti gracchiano: rafforzata ancora di più la sensazione di vecchio. Altro che nuovo.

Metto in "modalità aereo" il mio cellulare e mi aggiusto sul sedile, in attesa di venire rapito nuovamente da Morfeo. Prontamente arriva: perdo i sensi per qualche minuto, fino a quanto un insistente e fastidioso bip bib
mi sveglia, incrementando in tutti la sensazione di abbandono della vecchia gloria dei cieli nazionale.

Non siamo partiti ancora, provo a riaddormentarmi, con il sottofondo del segnale acustico.
Non si capisce esattamente da dove venga. Ma è vicino. Siamo infastiditi e in poco tempo qualcuno anche un po’ preoccupato. Io voglio dormire e mi disinteresso della cosa.

Qualcuno chiama la hostess. Arriva subito e sente immediatamente, ma non capisce. Avvisa il capitano all'interfono. Dalla cabina sembra tutto a posto, ma è meglio ritardare la partenza di dieci minuti. Avvisata la torre di controllo: abbiamo rinunciato allo slot a causa del fastidioso bip bip
.

A questo punto, il supereroe che è in tutti noi si attiva in modo particolare nel mio vicino: da come si muove vuole essere lui a risolvere l’enigma del volo AZ202, che ormai impegna l’equipaggio e molti passeggeri.

Io invece sto tornando lentamente in letargo, anche se infastidito ora non solo dal suono, ma anche dai continui movimenti del neosegugio che mi siede accanto: è sempre più agitato e sempre più vicino a me.

Non ha dubbi, il suono viene proprio dalla fila 12. È la mia fila: sono al 12F. Ora la sua testa è attaccata alla tasca portaoggetti del mio posto: ce l’ho praticamente in braccio, ma non c’è nulla da fare. Non ha remore.
Avete mai provato a frenare l’eccitazione di un bracco alle prese con la sua preda? Lui ora è così, ha fiutato e non vuole farsi sfuggire il suo obiettivo sonoro.
Finalmente ha capito, non alza la coda, ma mi guarda e....:

"la prossima vorta ARICORDATE de spegnelo er telefono".

Che figura!
Il mio telefono in modalità aereo ha ancora i toni dei tasti attivi: attenti a non schiacciarli.

ariCORDATEvelo.

M.

sabato 18 ottobre 2008

Water melons and X-mas trees

Mosca è una città piena di contraddizioni. Questa è la mia impressione finale. Ricchezza ostentata oltre ogni limite (21€ una pepsi) e povertà assoluta. Bellezze architettoniche uniche come le bruttezze poco distanti. Matrone di duecento chili al fianco di modelle, mancate o future, ma comunque mozzafiato.
La durezza dello uno sguardo, cornice all’immancabile gentilezza. I volti freschi del mattino, nonostante la sbronza colossale della sera prima.
Ecco, la sintesi di tutto questo in una bancarella vista poco fuori della città: qualche albero di Natale accanto ad un cassa di cocomeri.

Che città!

M.

mercoledì 14 maggio 2008

Napule è

venerdì 22 febbraio 2008

Passeggiando per Tokyo

Ho camminato per oltre dodici ore, anzi ho vagabondato. Mi sono perso più volte e sinceramente la cosa mi ha dato un enorme piacere. Sono affascinato da Tokyo, dalla gentilezza della gente e dai contrasti: nuovo e antico, tradizione ed innovazione. Ho registrato questo video avvicinandomi alla torre di Tokyo. Non avevo le cuffiette e ho iniziato a sentire un suono cupo e profondo. L'ho seguito e mi sono ritrovato nel tempio Zojoii.
L'atmosfera surreale mi ha dato un'energia incredibile: sono salito fino in cima alla torre.

Ora si riparte, mi aspetta un'altra giornata in giro: il santuario Meiji ed Odaiba.

M.

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