Avvertenze

Non sono alla ricerca di rendere visibile questo spazio. Non m'interessa e scrivo quindi di conseguenza.
Lo sai da subito.
Viaggio moltissimo e qui appunto, quando ho voglia, quello che mi fa riflettere e mi tiene occupato oltre al lavoro durante i tanti spostamenti: libri, musica, cibo, posti da vedere, fantasie e riflessioni in generale. Sono queste, per ora, le aree principali dei post.


sabato 16 gennaio 2010

Le rose nei libri



Non è una novità: nei libri ci si possono trovare le rose. Con i petali secchi e schiacciati. A volte anche con tutto lo stelo.

A me però non è mai piaciuto girare pagina e ritrovarmi esemplari imbalsamati di flora: mi fanno impressione. Non mi piacciono.

Ho scoperto che però non tutte le rose mi fanno lo stesso effetto. Le due trovate in venuto al mondo della Mazzantini mi hanno invece emozionato.
Come tutto il romanzo d’altronde: bello da far male. Come una rosa.
M.








PS
Durante i tre anni d’assedio di Sarajevo, le montagne circostanti la città erano infestate dagli orsi, così venivano chiamati i cecchini.
Oltre a sparare con i loro fucili di precisione, gli orsi hanno lanciato moltissime granate sui civili: hanno ucciso migliaia di persone e flagellato interi quartieri.
Finito l'assedio, i cittadini di Sarajevo hanno deciso di riempire le buche con della resina rossa. Questo è uno dei tanti modi con cui Sarajevo ricorda chi rimase ucciso da quelle granate.
Le rose di Sarajevo sono nate così, più i petali, più i caduti.
Io le ho scoperte tra le pagine di Venuto al mondo.
Trovo questo drammaticamente molto bello.
www.sarajevoroses.com
http://www.flickr.com/search/?q=sarajevo+rose

sabato 9 gennaio 2010

Sono in pericolo di vita!

Sera tardi. Rosanne ha irresistibilmente voglia di una birra, ma in casa non ce ne è traccia e fuori piove.
Piove incredibilmente tanto.

Le strade sono ormai torrenti in piena e le autorità della North Carolaina hanno già chiuso molte strade, ma Rosanne ha voglia, tanta voglia di una birra.

Fuori continua a piovere. Ci vorrebbe un gommone, ma Rosanne ha solo un motorino. Di quelli piccoli. Il motorino è piccolo, ma la sete è grande.

Rosanne vuole una birra, fuori piove e lei non ha un'arca.
Non è Noe, ma ha appena cambiato le ruote al suo "moped": le ruote hanno il battistrada nuovo. Accidenti a non averlo ricordato prima.
Rosanne è finalmente rincuorata.
Si parte, destinazione supermercato.

La traversata del quartiere è meno facile del previsto, ma le nuove ruote la portano finalmente alla sua birra. Tanto vale prendere una cassetta, e nonostante tutti, veramente tutti, suggeriscano a Rosanne di fermarsi nel market ed aspettare che la situazione torni meno spaventosa, per lei non c'è motivo per non ridirigersi verso il suo salotto e finalmente gustare la sua agoniata birra.

La polizia ora ha anche chiuso la sua strada di casa. Ma lei ha le ruote gommate. Ed allora via. Fissate le birre sul portapacchi, Rosanne, in sella al suo cinquantino, sfida la corrente e forza le transenne poste dalla polizia.

L'acqua è sopra le sue ginocchia. Ora nemmeno le ruote gommate la tengono in piedi: la corrente ha la meglio, in un attimo è travolta.

Ma oggi è un giorno fortunato per Rosanne: un poliziotto vede la scena, e nonostante la rabbia per essere stato quasi travolto dal suo mezzo anfibio, trova la forza per contrastare la furia della natura e lanciando una corda porta Rosanne in salvo.

Rosanne è sconvolta. Cerca di dire qualcosa, ma non si capisce nulla di quello che esce dalla sua bocca.

Il poliziotto ha bisogno di aiuti.
Rosanne è in evidente stato di shock.
Tutte le strade ormai sono come gli Everglades.

Adagiata Rosanne sul sedile della sua auto di servizio, il poliziotto cerca di chiamare rinforzi via radio.
Cosa giusta da fare quando si è appena salvato qualcuno, ma non quando quel qualcuno ha una gran voglia di arrivare a casa propria per bersi la sua meritatissima birra: l'occasione è troppo ghiotta per non scappare.

Da provetta nuotatrice, almeno così appare, Rosanne si tuffa nel viale di casa, sparendo nella corrente.

Rosanne è morta così il 3 giungo del 2009.

La madre, intervistata sul folle gesto di sua figlia, ha commentato: le ruote erano nuove, è stato un peccato perdere il motorino. Rosanne ci teneva così tanto!

Ringrazio Rosanne per aver in questo modo migliorato la specie umana. Non a caso si è aggiudicata, come prima donna, il premio Darwin edizione 2009. http://www.darwinawards.com/darwin/darwin2009-04.html

Guardando in che direzione sta andando l'evoluzione in Italia, mi sento però in serio pericolo di vita.

Aiuto!

M.

PS il premio Darwin viene assegnato tutti gli anni a chi è morto da fesso. Con un'idiota in meno, la specie ne risulta migliorata.

mercoledì 6 gennaio 2010

Un po' come a Stoccolma

Finalmente sono a casa. Sensazione strana: malinconia ed entusiasmo.
Entusiasmo per essere tornato. Tutto qui.

Ma la malinconia? Perché? Non me l'aspettavo affatto.
Non pensavo mi sarebbe dispiaciuto tornare a casa, che avrei sentito la mancanza dei luoghi che mi hanno ospitato per quasi un mese e che mi sarebbero mancati così evidentemente i miei compagni di avventura: é proprio vero, la bellezza di molti luoghi è negli occhi di chi li guarda.

Quest’ultimo viaggio mi ha dato incredibilmente molto, ma temo che troverò difficoltà a convincere chiunque a ripercorrerlo.

M.

sabato 2 gennaio 2010

Battiti

Mattina presto. Equipe medica al gran completo. Stanza 314.
Paziente ancora affidato a morfeo.

Medico, alzando le tapparelle: buongiorno!
Paziente, socchiudendo gi occhi: mmmmm, buongiorno a voi!

Medico: oggi abbiamo il controllo, è una bella giornata, ed il suo tracciato è stato regolare tutta la notte. Come si sente?
Paziente: abbastanza bene. Qualche dolore sparso intorno alla ferita, ma bene.

Medico: le presento il professore xxxxx, il responsabile del reparto.
Paziente: professore xxxxx buongiorno e grazie di tutto.
Luminare: ma si figuri, è nostro dovere ed è poi un piacere vederla ogni giorno meglio. Facciamo un controllo. Si scopra il torace.

L'atmosfera diventa molto austera ed il professore appoggia il suo freddissimo stetoscopio sul torace del paziente.

Luminare: mmmmm

Il paziente, guarda interdetto, ma in gran silenzio. Forse rimasto senza fiato per il gelo dello strumento medicale.

Luminare, chiedendo all’equipe: che battito aveva ieri sera?
Medico: 85
Luminare: e la pressione?
Medico: 120/75

Luminare: c'è una eco
Medico: come?
Luminare: si, c'è una eco. Quasi un controtempo. Francamente non mi è mai successa una cosa del genere. Non capisco.
Medico: facendosi avanti anche con il suo freddissimo braccio flessibile: posso?
Luminare: prego
Medico: è vero, c’è un contro ritmo

Paziente, sempre più interdetto ed infreddolito: cosa significa?

Infermiere: che è il caso che tu spenga, oppure abbassi la musica del tuo lettore MP3, mentre ti visitano, o quantomeno che tu ti tolga le cuffiette da sotto la schiena.

M.
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