Avvertenze

Non sono alla ricerca di rendere visibile questo spazio. Non m'interessa e scrivo quindi di conseguenza.
Lo sai da subito.
Viaggio moltissimo e qui appunto, quando ho voglia, quello che mi fa riflettere e mi tiene occupato oltre al lavoro durante i tanti spostamenti: libri, musica, cibo, posti da vedere, fantasie e riflessioni in generale. Sono queste, per ora, le aree principali dei post.


martedì 10 gennaio 2012

In volo! Come un asino




Un tempo non troppo lontano, gli asini volavano: non era affatto raro vederne, o incontrare qualcuno che avendone visti condividesse con noi questo momento.

Ancora più frequente era incontrare chi addirittura ci indicasse il punto, proprio in alto nel cielo, dove guardare.

Poi tutto questo è finito. Niente più asini con le ali.
Almeno io ho smesso di vederne, per quanto passi del tempo in un paese dove molti ancora vorrebbero farci stare con il naso all'insù, per i loro comodi.

A me però vivere con la possibilità che gli asini potessero volare piaceva. Molto.Oggi però non ci sono più storie in cui lasciarmi trascinare con la fantasia, o ancora meglio, rimanere guardare una relatà, che quella fantasia dovrebbe superare di gran lunga.

Anche se le ultime due settimane, sono state piene di 'eventi', rimango con i piedi per terra: gli asini non volano.

Non basta poter passare una serata con persone che non hai mai vista prima, ma organizzare con loro un viaggio a Panama e lo spostamento di una barca verso il Pacifico, quando ormai dalle tue parti non sei in grado di fissare una partita di briscola con i tuoi amici.

E non importa se tu su quella barca ci non salirai mai. In quel momento sei convinto di farlo. Ci credi. Anche se questo non fa volare un asino.

NON VOLANO!

Non puoi certo considerare un avvistamento, l'incontro con un vecchio compagno di scuola che non vedevi da un secolo, ma che hai trovato sul barchino di sub venuto a recuperarti su un'isola semideserta, mentre alla tua di barca stanno ancora provando a sistemare il timone - messo fuori uso da un' onda alta quanto l'ultimo piano di casa tua.
Queste non sono certo ali d'asino.

E deve essere certo un falso allarme riuscire a conoscere in dieci minuti tutti quelli che stanno al bancone del bar dove vuoi farti il giro prima della ninna. Non conta che magari sono gli stessi che due settimane fa hai 'sfanculato' al semaforo o in coda al check in: qui ti vanno a genio.GLI ASINI

NON VOLANO!

Anche se tra loro ci sono Sami e Pascal. Lei cameriera. Età indecifrabile. Non bella, ma sempre gentile con lui, non solo quella sera. Ma da quando Pascal frequenta il bar. Anni.

Solo gentile. Non c'è niente tra loro oltre questo: gentilezza. Non certo poco.

Allora Pascal quella sera regala a Sami un barca. Vecchia, d'accordo, ma comunque una barca.

Il sogno della vita di Sami si materializza: ora può veramente vivere a bordo.
Non per fare il giro del mondo, ma per continuare a fare quello che sa fare. L'unica cosa che sa fare. Servire ai tavoli, ma arrivando al bar col gommone.

Proprio come facciamo noi. Come fanno tutti quelli a cui ormai da troppi anni porta da bere.

Non una promessa fatta, così, tra i fumi dell'alcool e della gangia, ma di documento di cessione messole sotto al piattino del conto.Il conto pagato per tutti noi e il sogno della vita per Sami. Come mancia.

Anche in un posto così, però, io di asini che volano non è ho visti, nemmeno quando mi sono ritrovato (dopo non so nemmeno quanto tempo) una chitarra elettrica in mano a suonare reggae con tre fantastici tizi.

Liquid, Papagorgius and Liu, siete stati unici, ma avete fatto volare solo il mio umore. Nessun asino.

Tutte queste storie non mi fanno tornare indietro a quando potevo credere anche alle cose più strane. Un po' a tutto. Un po' troppo a tutto e a tutti.

No, neanche qui gli asini volano: ne sono convinto.
Non potrebbero farlo, nemmeno volendoci credere: troppo difficile decollare quando si é sottacqua!

M.

PS quei deficienti che hanno messo le ali all'asino del vido sarebbe da prenderli a calci in culo. non mi viene altra espressione.

10 commenti:

silvana copperi ha detto...

bravo!!!!!!!

Mauro Bartoletti ha detto...

@silvana: grazie e benvenuta!....ma bravo, per cosa?

Efesto ha detto...

No, gli asini non volano davvero più!
Però è bella la storia di Sami e Pascal: qualcuno è ancora capace di regalare un sogno, anche se non patinato ma semplice e sincero.
Per provare a volare bisognerebbe tornare prima in superficie. E l'operazione è davvero complessa ....
J
PS: prima di leggere il post ho visto il video e sono rimasta perplessa. Mi associo ai tuoi calci in culo.

Angelo azzurro ha detto...

altro che due anni di galera basterebbero se dipendesse da me!
A quei deficienti che non sanno come altro divertirsi che far soffire un essere vivente, li metterei a pulir stalle e maiali per vent'anni come minimo!!

E si, anche qui, su questa sporca faccia di mondo, gli asini non volano ora e non voleranno mai. Inutile illudersi, che tanto il tempo è finito ( parlo di illusioni, non della fine del mondo). Ora vediamo solo sorci verdi e tante tasche vuote. E lacrime e sangue, dimenticavo.
Credo avremo anni difficili davanti, non so come ne usciremo. Spero che tutto questo serva a correggere la nostra rotta. Stavamo andando troppo alla deriva, un naufragio era necessario per riportarci i piedi per terra.
Felice di averti ritrovato, Mauro.
E' un piacere leggerti :)

Mauro Bartoletti ha detto...

@Efesto: benvenuta in questi lidi.

Se ti conoscessi mi verrebe naturale chiederti cosa c'é che non va. Ho questa sensazione, ma mi limito invece solo ad un'osservazione.

Sotto la superficie può nascondersi uno spettacolo bellissimo. Basta cambiare punto di vista. Smettere di avere la smania di tornare su. Respirare piano (se si ha l'erogatore) e godersi il paesaggio. Certo, conta anche il mare in cui si é immersi, ma, male che vada, si fa allenamento per quando l'acqua sarà più trasparente.

Volare non é sempre qualcosa a cui ambire.

Credo che l'asino del video ci sia da buon esempio a tal proposito.

M.

Mauro Bartoletti ha detto...

@Angelo azzurro: bentornata.
Sono sempre lusingato di ritrovarti.

Cosa ci aspetti non lo so.

So però che preferisco andare in salita, faticosa ma controllabile, che in discesa sfrenata: prima o poi ti fai male.

Per quanto dovermi confrontare con il peggio, il baratro appena sfiorato, anzichè con l'eccellenza, non mi piaccia affatto (si corre il rischio di accettare anche errori, perchè si é offuscati dal rischio corso), sono certo che ora una possibilità ci sia. Non é molto, ma credo sia legittimo avere un cauto ottimismo.

Mi piace pensare che nonostante tutto, dopo un periodo buio, ci possa essere un nuovo Rinascimento.

Allora mi faccio trovare mentalmente pronto.

M.

Efesto ha detto...

Evidentemente sono molto trasparente, ma non ho voglia di nascondermi. Sei un osservatore sensibile e acuto.
Per apprezzare quello che c'è sotto la superficie bisognerebbe non aver paura del trascorrere del tempo, e invece in questo periodo per me è quasi un'ossessione. Probabilmente per la consapevolezza di aver permesso alla vita di scorrermi addosso.
E pensare che la sensazione che ricordo più forte della mia prima immersione è stata proprio quella di volare ....

Mauro Bartoletti ha detto...

@Efesto: sei già a buon punto. Hai capito le ragioni della tua difficoltà. 
Non ti resta che affrontarle. O continuare a farlo se hai iniziato.

Non voglio dare consigli, ma condivido con te un'esperienza. La mia.

Ecco cosa succederebbe a me, se mi rendessi conto che la vita mi è passata sopra.
Prima di iniziare a corrergli confusamente dietro, come farei se vedessi qualcuno rubarmi qualcosa, rimmarrei ancora un po' fermo.

Così oggi non farei nulla. 
Andrei avanti senza pensarci troppo (o farmi troppi problemi sel pensiero fosse insistente).

Domani invece, anche se é domenica, metterei la sveglia presto e mi alzierei.

In questi giorni freddi, il letto é più confortevole di ogni alternativa: io invece, doman imi alzo. 
A costo di sforzi enormi.
Nonostante sia domenica, nonostante il giorno successivo si ricominci. 

Metto della buona musica. Buona per me.
Un misto in cui non mancherebbe: 
1) Tonight, tonight - Smashing Pumpkins, 
2) Inverno - Vivaldi  
3) Futura -Lucio Dalla
4) Anna e Marco - Lucio Dalla
5) Creep - Radiohead
6) L'immensità - Negramaro
7) Time - Pink Floyd
8) Eternity theme - Eleni Karaindrou
9) Fat bottomed girl - Queen
10) It's oh so quiet - Bjork

Mi siedo. C'é molta luce.
Ne ho bisogno: devo scrivere.
Una lista. Una lista di cose che realmente mi interessano. 
No, non basta fissarle a mente, le devo scrivere, ragionarci e lasciarle in forma concreta.

Mentre la musica va, io scrivo, magari cancello qualcosa, ma la mia testa è tutta la. 
Alla lista. 
A quello che realmente m'interessa. 
A quello che allarga la mia vita. 
In questi giorni continuo a ripeterlo: la vita va allargata, non allungata. 
Facciamo tutti un milione di sforzi per strappare magari un anno in più, ma molti di noi non muovono un dito per riempire come si deve almeno un giorno.

Continuo a scrivere.

Non è una lista definitiva- per sempre: non c'é rotta che non si possa cambiare, ma quella lista alla fine, quando avrò iniziato a canticchiare andando dietro alla musica (rendendomi così conto di essere soddisfatto del risultato ottenuto), sarà la mia rotta per il momento.
La cronaca di questi giorni ci ricorda drammaticamente quanto siano fatali le deviazioni. 
O cambi rotta: ti siedi a tavolino, ci ragioni, ricalcoli, oppure li stai. Non devi deviare: é maledettamente pericoloso.

Una lista, scritta per mettere a fuoco le mie energie. Per eliminare tutto quello che non è con questa coerente, per ricordarmi sempre quello che devo fare: per riportarmi sulla linea giusta se da questa dovessi inconsapevolemte allontanarmi. 
Per evitare che la vita mi scivoli addosso. 

Il mio tempo, il mio denaro, le mie emozioni e i miei sforzi possono, devono, essere guidati.
Se non da me, da chi altri?

Ecco, io farei così.
Ecco, io ho fatto così.

A te auguro in bocca al lupo, qualsiasi sia il metodo che cercherai, troverai e metterai in pratica.

M. (in modalità "ma farsi gli affari suoi no?)

PS la prima volta che ho messo l'erogatore ho avuto anche io la sensazione di volare. Ero in piscina e giravo come uno stupido, in preda alla sorpresa di respirare sottacqua.
La prima volta che ho visto una barriera corallina da sotto, ho sentito musica.

Efesto ha detto...

Una lista .... un foglio bianco, tutta la responsabilità della scelta che ti cade addosso....
Hai maledettamente ragione. Non basta pensarci, le cose, le idee, i sogni, le stesse emozioni ti sfuggono se non le concretizzi.
Da dove cominciare? Non lo so, ma proverò a seguire il tuo consiglio.
PS: grazie per non farteli gli affari tuoi ;)

Mauro Bartoletti ha detto...

@Efesto: inizia dal chiederti cosa ti fa piacere. Cerca di ricordare cosa in passato ti ha dato emozioni intense, positive, che magari ora non ricordi. A volte la nostra capacità di star bene ha la memoria corta.

Oppure, ora mi candito al banalino d'oro, trova quello che finora non hai mai 'osato' fare, ma ti ha tentato spesso. Mettilo in cima alla tua lista e parti.
Basta un piccolo passo. Gli altri seguiranno in modo sempre più naturale.

Buon viaggio.
Manda una cartolina, mi raccomando.

M.

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